Senza macchia e senza paura
E’ noto che si entra in guerra con gli aerei e si esce coi droni: in altre parole, il bisogno aguzza l’ingegno.
La crisi che stiamo vivendo si assimila molto ad una guerra, con i suoi sconvolgimenti sull’economia, sul lavoro, sui rapporti politici e sociali; con le sue vittime, qualche volta purtroppo anche umane, in tutti i ceti sociali ma soprattutto in quelli più deboli, nei giovani e nelle cose quotidiane di ciascuno.
Come ogni guerra finisce quando raggiunge o si esauriscono i motivi per cui è nata, anche la crisi attuale finirà soltanto quando termineranno le cause che l’alimentano. Dato però che quest’ultime si trovano, poco o tanto, in ciascuno di noi, essa finirà solo con il contributo di ognuno, o meglio con la fine o il mutamento di molti comportamenti, considerati acquisiti, che l’hanno originata e l’alimentano. Per questo essa rischia di essere ancora lunga. E’ molto più facile infatti pretendere il cambiamento degli altri piuttosto che comprendere dove e quali sono i comportamenti che ciascuno di noi deve mutare.
E’ questa scoperta, è questa conquista, il cambiamento più incisivo e oltretutto il meno costoso per far cessare la crisi in essere, anche nel nostro territorio dell’industria ceramica, globalmente riconosciuto come polo d’eccellenza italiana, in particolare riferendosi al materiale ceramico a più alta tecnologia e percentuale di produzione: il Gres Porcellanato.
L’innovazione
Le caratteristiche tecniche ed estetiche del Gres Porcellanato si realizzano nell’intero ciclo della sua produzione, dalla FORMATURA alla FINITURA.
Nel processo industriale, come nella successiva messa in opera, le fasi costitutive devono integrarsi al fine di fornire al materiale le prestazioni che gli sono proprie. Questa integrazione, di per sè ovvia, non sempre viene confermata facendo l’analisi critica delle non conformità e contestazioni.
La comprensione delle criticità e l’esecuzione appropriata degli interventi di protezione prima della spedizione al rivenditore e di pulizia prima della consegna al cliente/acquirente, evitano onerose e ingiustificabili contestazioni al G.P. che, al contrario di ogni altro materiale, non ne è la causa; né vale poi l’eventuale intervento di recupero, verso il quale il cliente rimarrà comunque scettico o insoddisfatto. L’eliminazione delle criticità derivanti dalla carenza delle integrazioni tra le varie fasi del processo di FINITURA INDUSTRIALE della piastrella e tra la sua uscita dalla fabbrica e la consegna al cliente finale con il SUPPORTO ALLA VENDITA, costituisce il punto nodale su cui costruire il cambiamento che contribuirà ad invertire o frenare il processo di involuzione del mondo ceramico italiano rappresentato dalla perdita di circa il 50% della produzione negli ultimi 7 anni e dal conseguente enorme calo dell’occupazione e dell’economia locale.
Questo cambiamento, coinvolgendo tutta la filiera, può sembrare che abbia il crisma dell’utopia, tanto lungo sarà il tempo di attuazione se pretendiamo di iniziare dal basso, cioè dalla massa dei consumatori. Esso invece deve iniziare dal sistema produttivo e da quello distributivo del G.P.: allora sarà più facile estenderlo a tutti i consumatori in ogni area geografica si trovino, e quindi produrrà celeri ricadute positive sulla generalità del Distretto Ceramico d’Eccellenza.
Questo cambiamento non sconvolge il modo attuale di operare, ma ha le caratteristiche per essere annoverato tra le INNOVAZIONI INCREMENTALI: provoca cioè un reale mutamento, fruibile da tanti ed economicamente vantaggioso, che contribuisce a fare meglio ciò che già viene fatto.
La finitura industriale e l’assistenza post-vendita
A parte altre operazioni, dimensionali e accessorie, il processo industriale della finitura della piastrella formata caratterizza il G.P. con la specifica lavorazione superficiale: naturale – smaltato – levigato lucido e satinato – lappato lucido a campo pieno e in cresta – lappato opaco – metallizzato – strutturato – etc.; a queste caratterizzazioni si aggiunge, oggi con sempre maggiore insistenza, anche quella di “trattato”!
Microfoto a 90X. Diverso metodo di protezione del G.P. smaltato lappato (evidenziato con spalmatura di grafite).
Gli interventi di resinatura non sono altro che un approssimativo e improprio procedimento che altera la superficie del G.P. con sostanze filmanti soggette a fotodegrado (ingiallimento da ossidazione) e usura per calpestìo; queste oltretutto potrebbero modificare in senso negativo la classificazione di ecosostenibilità A+ dichiarata dal Produttore.
Quanto sopra detto è relativo al completamento della finitura nel processo industriale del G.P. smaltato lappato lucido.
Ma in generale e per i tipi di G.P. il comportamento vigente, di gran lunga il più inspiegabile per i suoi evidenti effetti negativi, è l’abbandono o peggio gli errori (sarebbe più giusto chiamarli “orrori”) in cui viene lasciata deperire la piastrella dopo l’uscita dallo stabilimento di produzione.
Questo deplorevole “abbandono”, fatto di informazione approssimativa e di errate/superficiali indicazioni per la risoluzione delle criticità originate o non rimosse durante la posa in opera, apre sicuramente le porte all’insorgenza di contestazioni e alla crescita della sfiducia verso il G.P. d’Eccellenza a tutto favore di quello “globalizzato”, banalizzando o annullando l’originaria differenza di qualità fra i due.
Le norme e le istruzioni di posa
Si può obiettare a quanto sopra detto che i Produttori garantiscono comunque la rispondenza alle Norme Internazionali che inquadrano in limiti ben precisi le caratteristiche del G.P. di ogni tipo.
In assoluto le leggi e le norme servono e vanno rispettate, ma esse valgono e continuano a valere se si adeguano al progresso del sistema in cui si applicano, altrimenti finiscono per contrastare o frenare il sistema stesso, diventando cioè solo “burocrazia”.
Ogni Casa Produttrice che si rispetti fornisce inoltre, in cartaceo e online, informazioni dettagliate sui modi e sui mezzi per la corretta gestione di uso del materiale (posa in opera e manutenzione).
L’analisi dei vari Manuali però fa sorgere svariati dubbi!
Per caso, non è che si consideri come valido ciò che si desidererebbe che lo fosse? Nella redazione dei “Manuali d’uso” vengono consultati “criticamente” i Produttori dei preparati chimici consigliati? Questi ultimi danno alle Case Produttrici del G.P. risposte e prodotti adeguati ai problemi posti, oppure forniscono solo indicazioni frettolose e compiacenti? Infine, i Produttori dei preparati chimici si adoperano con competenza nella ricerca di soluzioni sempre più performanti?
Le Istruzioni, i Manuali di Uso o di Posa, semplici o complessi che siano, costituiscono per molti Produttori e Rivenditori di G.P. il porto amico in cui rifugiarsi in caso di tempesta contestatoria. Questo è però vero nel caso che le informazioni date siano “corrette”. Altrimenti nel porto amico non si trova un riparo sicuro bensì un pericolo maggiormente infido, poiché il materiale o l’Azienda che vi cerca salvezza cade nelle sabbie mobili dell’inadeguatezza della soluzione indicata, con uguali o peggiori effetti di quelli derivanti dalle Norme non aggiornate.
Facciamo solo alcuni esempi, in quanto l’argomento meriterebbe maggiore approfondimento.
Norma UNI EN ISO 10545/13 (resistenza all’attacco chimico) per G.P. smaltato lappato.
La norma prevede l’applicazione di HCl 3% e di KOH 3% sulla piastrella, per 78 ore, nell’intento di mettere in guardia l’operatore di posa e il gestore della manutenzione da azioni debordanti nella pulizia del materiale, le quali possono provocare aggressione delle componenti minerali del G.P. medesimo (“opacizzazione”).Viene spontaneo domandarsi se non è più giusto e opportuno “uccidere” l’ignoranza dell’operatore invece di sottoporre con questo test il G.P. a vessazioni le quali, di per sé, sanno più di “soluzione finale” per la piastrella in prova che non di indicazioni di pericolo.
Da tempo infatti l’uso dell’acido cloridrico o “muriatico” non è ecologicamente sostenibile né efficace per la rimozione dei residui di posa o quant’altro; oltretutto la reazione decalcarizzante dell’HCl avviene in tempi molto brevi.
Per l’aggressione alcalina, invece, applicando la norma suddetta si assolvono le protezioni filmanti, innaturali e dannose per il G.P., mentre si condanna la protezione appropriata eseguita con sostanze compatibili con la sua stessa natura mineralogica. Ciò avviene perché la potassa caustica per natura chimica attacca la silice ma non le resine sintetiche filmanti. Ne deriva che questa sostanza alcalina forte non è rappresentativa dei detergenti utilizzati per la manutenzione domestica del G.P.
É pertanto auspicabile che la Norma suddetta preveda test realistici, cioè con prodotti rispondenti alla pulizia post-posa e alla gestione domestica, e non simulazioni con sostanze chimiche eccessivamente reattive, quindi penalizzanti e fuorvianti.
Decreto Francese N.321/211 (determinazione delle emissioni di sostanze organiche volatili dal G.P. – anti VOC). Prova eseguita con il metodo ISO 16000-9.
Questa è una norma di recente introduzione. Molto importante dal punto di vista ecologico!
I produttori di G.P. certificano ovviamente il loro materiale in classe A+, la più compatibile e conveniente. Quanti di loro però impongono ai fornitori di sostanze, preparati e accessori, che permangono sulla superficie del G.P., di certificare che la loro presenza non comprometta la classificazione dichiarata?
Potrei continuare nell’analisi critica su altre norme e istruzioni esistenti o carenti. Ad esempio: sulla macchiabilità e ripulibilità da sostanze liquide e solide, ben diverse l’una dall’altra; sulla resistenza antibatterica e sull’igienizzazione; le indicazioni per eliminare o ridurre le “marcature da ingobbio” senza dover ricorrere a improbabili “vetrificazioni” (!); le indicazioni per pulire la piastrella dai residui della posa in opera eseguita coi fuganti attualmente in commercio, etc.
Mentre non ci siamo ancora accorti che da anni le boiacche o fuganti, dati come ripulibili con i noti “acidi protetti o tamponati”, NON ESISTONO PIU’ e quindi i suddetti detergenti decalcarizzanti, ancora sovrani ma inefficaci nella pulizia post-posa, devono essere celermente e completamente “ROTTAMATI”, poiché inutili e anch’essi fuorvianti!!
La pulizia
“I have a dream”, oppure, “il progresso di un popolo si misura dalla sua pulizia”.
In generale sogno che ognuno faccia con responsabilità il proprio mestiere o il lavoro per cui viene compensato; in particolare che gli operatori della pulizia, cioè coloro che compiono manualmente tale operazione e chi gestisce tale servizio, sappiano l’importanza del “fare pulizia” e le sue regole fondamentali.
Nelle Norme ufficiali relative al parametro “antimacchia” viene considerato come limite di condanna o di assoluzione l’asportazione della macchia sul G.P. con semplice panno asciutto oppure imbevuto di acqua, al massimo di un detergente generico molto diluito: viene spontaneo considerare che nessuna persona civile oggigiorno usa più lavarsi solo con acqua o con sapone da grasso animale, perché più economici e universali. L’uso di preparati chimici specifici per la pulizia ordinaria e straordinaria dei materiali è una moderna conquista per la loro salvaguardia e per quella dell’ambiente, da considerare nell’aggiornamento delle Norme suddette.
La pulizia dell’ambiente in cui si vive, come l’ecologia, viene subito dopo la cura della salute e del corpo; non deve esser relegata alla banalità di metodi e di prodotti generici, alla pubblicità ammaliante, alla reperibilità ed economicità di prodotti presentati nei centri commerciali.
Negli ultimi 50 anni la vita media è aumentata di oltre 20 anni! Questo, in tanta parte, è dovuto alla ricerca e al progresso della medicina nonché della chimica farmacologica, ma in altrettanta parte è dovuto alla presa di coscienza (o conoscenza) e al cambiamento dello stile di vita di ciascuno.
La conoscenza pur elementare delle cause dello sporco e dei preparati chimici che servono per eliminarlo non la dà la pubblicità alla TV né il supermercato sotto casa o il calendario di “Frate Indovino”: deve piuttosto fornirla il Produttore, come il medico indica le medicine, mentre il Rivenditore delle piastrelle dovrebbe far trovare nella sua rivendita le soluzioni/prodotti chimici adeguati per la pulizia (come il farmacista fa trovare le medicine). A questo punto è lecito chiedersi come mai il Rivenditore normalmente fornisce tanti accessori per la corretta messa in opera del G.P. ma non i prodotti adeguati alla sua pulizia e manutenzione.
Microfoto a 90 X. Pulizia di G.P. smaltato lappato macchiato (impronta).
Anche se il commercio dei prodotti chimici specifici è meno corposo o più impegnativo di quello degli altri accessori, alla lunga può far aumentare in maniera consistente il business del Rivenditore; mentre la negligenza dei medesimi causa sicuramente controversie ben più pericolose economicamente e strategicamente, che vanno a colpire ambedue, Produttore e Rivenditore, e alimentano la sfiducia, la rassegnazione e la rabbia del Consumatore, se non lo spingono addirittura alla “speculazione”.
Allora ci si rende conto dell’importanza del mestiere e dell’operazione della pulizia, a torto considerati “l’ultima spiaggia” o “ininfluente” da vari punti di vista. Si smetterebbe anche di demonizzare acriticamente e ghettizzare il prodotto chimico, frutto di una scienza che crea progresso, come tutte le scienze, se viene esercitata con rispetto e competenza, non soltanto per profitto o perché non è possibile farne a meno.
Conclusione
La verità è più tosta dell’errore: prima o poi viene a galla. Adoperiamoci ché non sia postuma!
Se è impensabile che possa riappropriarsi della leadership produttiva, il DISTRETTO DELLA CERAMICA trova nel cambiamento della mentalità analitica, delle modalità informative e del servizio puntuale l’INNOVAZIONE necessaria a mantenere la leadership tecnologica, oltre a quella estetica, che a ragione e da tempo lo individua come il maggior POLO D’ECCELLENZA mondiale della Ceramica.
Con semplici atti di responsabilità tutti insieme possiamo e dobbiamo contrastare l’attuale profonda crisi di sistema e contribuire così a salvare alcune centinaia di posti di lavoro di operai e impiegati …… e, perché no!, anche di manager.
Bibliografia
- Istruzioni di Posa (varie Case Produttrici)
- Gres Porcellanato “senza macchia e senza paura” – Centro Ricerca e Sviluppo GEAL (2a Ed. 2014)
- Norma UNI 11493 – Piastrellature Ceramiche a pavimento e a parete (Assoposa, 06/2013)